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                   1. Evoluzione del pensiero politico fino allo Stato di Diritto 
                  INDICE DEI CAPITOLI 
                  1.1. forme di stato 
                    e forme di governo 
                    1.2. evoluzione 
                    del pensiero politico 
                    1.3. nascita dello stato 
                    di diritto 
                    1.4. nascita della norma 
                    giuridica 
                    1.5. forme dello stato 
                    di diritto 
                  1.2 EVOLUZIONE DEL PENSIERO 
                    POLITICO 
                    Le origini del pensiero politico e delle prime teorie sulla 
                    proprietà privata risalgono alla Grecia antica del 7°-6°a.c. 
                    in cui nasce il concetto di Organismo Morale. In questo periodo 
                    troviamo le posizioni contrapposte di Platone e Aristotele. 
                    Secondo Platone la proprietà privata va abolita per evitare 
                    la stratificazione sociale e la disparità (comunismo aristocratico), 
                    mentre per Aristotele: la proprietà privata è fondamentale 
                    come incentivo a migliorare la propria posizione egli ritiene 
                    che lo Stato non debba. essere repressivo, l'obbedienza nasce 
                    dal concetto che lo Stato agisce per il bene comune; quindi, 
                    in assenza di norme, il singolo tiene comportamenti moralmente 
                    corretti per il bene comune. Le forme di governo principali 
                    sono: monarchia, aristocrazia e democrazia. Mentre i greci 
                    erano filosofi con predilezione per la meditazione rispetto 
                    all'azione, i romani prediligevano l'azione; infatti è presso 
                    i romani che nasce il pensiero giuridico, la tripartizione 
                    dei poteri ed il sistema di "pesi e contrappesi". Tripartizione 
                    dei poteri: senato che amministrava, i consoli che erano esecutori, 
                    ed il popolo che esercitava il controllo. Sistema di pesi 
                    e contrappesi: la divisione dei poteri si realizza affidando 
                    ad un organo il potere di agire e all'altro quello di controllare 
                    al fine di evitare la concentrazione di potere. Società feudale: 
                    è caratterizzata dall'assenza dei caratteri di organizzazione 
                    statale; vi è la polverizzazione dei fondi e quindi una pluralità 
                    di poteri locali. Prevalgono i rapporti di forza sulle regole 
                    sia morali che giuridiche; l'autorità politica è assente, 
                    così come è assente la giuridicità in quanto non ci sono norme 
                    ma rapporti personali basati sulla forza. In questo ordinamento 
                    l'esercizio delle funzioni pubbliche è concentrato nelle mani 
                    dei singoli capi armati di singole comunità locali e consiste 
                    nelle attività essenziali, vale a dire sicurezza pubblica 
                    e ordine in cambio di lavoro e beni di consumo. In questi 
                    secoli (dal sesto al nono) l'Europa si presenta come una distesa 
                    di vegetazione e di foreste abitata qua e là da gruppi familiari 
                    che vivevano in villaggi molto distanti fra loro, in cui è 
                    presente una difficoltà di procurarsi i beni attraverso gli 
                    scambi e che ha dovuto ricostruire il sistema su scala locale. 
                    Il signore è insediato con i soldati nel castello e dà la 
                    sicurezza ai contadini in cambio di lavoro e prodotti, mentre 
                    dà vitto e alloggio ai soldati in cambio delle loro prestazioni. 
                    In questi periodo non si può parlare ancora di Stato, ma semplicemente 
                    di ordinamento o di sistema feudale in quanto l'autorità è 
                    fondata su processi di scambio, anziché su processi di investitura, 
                    infatti i Re si innestano nella rete feudale e la loro autorità 
                    deriva da obbligazioni che si si impegnano a dare a chi si 
                    lega a loro, mancando una fonte legittimante all'esercizio 
                    di pubblici poteri. Nel corso dell'anno 1000 questo scenario 
                    si trasforma: l'incremento demografico porta un'espansione 
                    dei villaggi e la creazione di altri nuovi, per cui c'è una 
                    considerevole estensione degli insediamenti umani. Inoltre, 
                    la maggiore stabilità portata dai Carolingi (il cui dominio 
                    era stato caratterizzato da un rafforzamento dei poteri centrali) 
                    ha contribuito ad effettuare viaggi e commerci con più sicurezza. 
                    Il rapporto feudale si fonda ora non più su prestazioni e 
                    controprestazioni, ma sul danaro. I coltivatori della terra 
                    non sono più servi tenuti alle corvées, ma formano la nuova 
                    classe dei "rustici" e pagano in denaro. Quindi l'autorità 
                    comincia ad esercitarsi non più con l'intreccio delle prestazioni 
                    personali, ma con l'esazione di imposte, dazi e gabelle. Anno 
                    1100: formazione della sovranità statale. Caratteri: - accentramento 
                    del potere politico: nascita del concetto di sovranità - origine 
                    del potere legislativo: non nasce con i parlamenti, ma con 
                    raccolte di consuetudini attraverso la collaborazione dei 
                    funzionari col Re. I Parlamenti nascono successivamente da 
                    assemblee rappresentanti le diverse componenti della struttura 
                    sociale a cui il Re chiedeva consiglio e/o consenso. -origine 
                    del potere esecutivo: nasce dal decentramento di mansioni 
                    del Re ai funzionari. - spersonalizzazione dello Stato: lo 
                    Stato nasce come persona giuridica pubblica, cioè come ente 
                    astratto: quindi la spersonalizzazione nasce in seguito alla 
                    nascita di un apparato burocratico fatto da funzionari che 
                    agiscono in nome e per conto del Re. In seguito il re si sottopone 
                    alla Ragione di Stato prendendo provvedimenti che vanno anche 
                    contro il suo interesse. A questo punto nasce il fisco e la 
                    conseguente separazione fra il patrimonio del re e quello 
                    pubblico.(fine medioevo anno 1600). Anno 1640: fine dell'impero 
                    del Papato e nascita degli Stati. Riepiloghiamo così le fasi 
                    della Monarchia Assoluta: 1) Stato Personale: Luigi XIV ("lo 
                    Stato sono io");posizione di incorporazione totale fra Stato 
                    e Re; 2) Stato Patrimoniale: il re si sottopone all ragion 
                    di stato; 3) Stato di Polizia (18°sec.): il re ha come unica 
                    mira fondamentale la felicità dei suoi sudditi; egli è lo 
                    strumento di felicità dei sudditi (stato paternalista). La 
                    fase è il tardo 700 e le vicende sono quelle relative alle 
                    monarchie illuminate Austriaca e Prussiana. Questo tipo di 
                    Stato si fonda sui fini di benessere collettivo che è dovere 
                    del Sovrano perseguire; di conseguenza egli non è titolare 
                    di una signoria assoluta sui beni e sulle persone, ma è funzionario 
                    dello Stato, suddito primo dell'ordinamento di questo. Dal 
                    punto di vista politico-istituzionale, lo Stato di Polizia 
                    è innovativo: affranca la proprietà terriera da oneri e pesi 
                    di varia natura, vieta al sovrano la vendita dei beni patrimoniali 
                    dello Stato, offre tutela giurisdizionale contro gli atti 
                    di gestione dello Stato abilitandoli a rifarsi sul "fisco" 
                    che all'origine è un fondo patrimoniale pubblico; questo Stato 
                    regola le attività economiche e industriali non solo in base 
                    alle proprie esigenze finanziarie, ma sulla base delle dottrine 
                    del mercantilismo e dei compiti che queste gli assegnano. 
                    Analizziamo meglio le caratteristiche dello Stato Assoluto 
                    e come si è giunti alla sua nascita. Nel contesto europeo 
                    gli Stati e i Principati avevano operato per la centralizzazione 
                    del potere, cioè con l'intento di eliminare i poteri intermedi 
                    (feudatari, clero, le corporazioni dei mercanti, le città-stato) 
                    per sottoporre interamente allo Stato, senza limiti e senza 
                    precostituite garanzie, la libertà e la proprietà dei sudditi. 
                    In realtà essi non smisero mai di trovarsi di fronte le vecchie 
                    corporazioni feudali che nel contempo si erano trasformate 
                    in ceti (i nobili, i mercanti, i banchieri) e che si erano 
                    conquistate anche una parte dell'apparato burocratico, costruito 
                    proprio dai sovrani per sbarazzarsi di loro, facendo valere 
                    il principio dell'incolato" (secondo cui i funzionari degli 
                    uffici decentrati dovevano essere del posto. Inoltre i sovrani, 
                    al fine di procurarsi entrate, avevano talvolta venduto le 
                    cariche pubbliche, provocando il formarsi di nuovi strati 
                    di potentati locali. Ecco perché sarebbe più esatto parlare 
                    di Stato per Ceti. Rimane tuttavia importante la caratteristica 
                    più importante dello stato assoluto, cioè il fatto che il 
                    sovrano, una volta affrancata la sua legittimazione, poté 
                    fondare l'ordine sociale sul principio della "gerarchia" e 
                    non più su quello della reciproca fedeltà obbligatoria. Tuttavia 
                    il suo potere risultò limitato e costretto a patteggiamenti 
                    politici. Quindi si può parlare si Stato assoluto purché sia 
                    chiaro che esso non è un'anticipazione del moderno Stato totalitario 
                    in quanto non dispone degli strumenti di dominio sociale che 
                    quest'ultimo utilizza, ma si tratta di una forma di monarchia 
                    nella quale non sono presenti solo i tratti effettivi dell'assolutismo. 
                    Il caso in cui si trovava l'Inghilterra va valutato a parte. 
                    La forma di Stato inglese che va dalla fine dell'età feudale 
                    all'inizio dello Stato parlamentare è di tipo indefinibile 
                    in quanto presenta la mancanza di alcuni caratteri fondamentali 
                    dello Stato Assolutista. In realtà la Corona inglese, non 
                    ebbe, fino al 18° secolo quei caratteri di modernità che si 
                    ravvisava in passato in quanto, anche se esisteva un Parlamento, 
                    i suoi lavori erano discontinui ed il caratteri delle sue 
                    funzioni non erano tali da farne un centro di potere, politico 
                    e legislativo, di una monarchia costituzionale, almeno sino 
                    alla fine del 1600. Per quanto attiene la forma di governo, 
                    siamo in presenza di monarchie in cui la Corona assomma in 
                    sé tutti i poteri, anche se la giurisdizione in parte spetta 
                    ai ceti che talvolta condividono anche poteri amministrativi. 
                    Riguardo ai sistemi politici occorre specificare che essi 
                    non possono essere ancora considerati i propulsori di scelte 
                    ed indirizzi diversi dalla Corona, però la Corona doveva fare 
                    i conti con alleanze e aveva il bisogno di condurre dei negoziati 
                    in quanto il suo problema principale era quello di procurarsi 
                    delle entrate. Sotto questo profilo occorre precisare che 
                    le monarchie non stimolarono, come invece si diceva, un rinnovamento 
                    razionalizzatore che era il necessario strumento per poter 
                    favorire la nascita del capitalismo, anzi, proprio nei paesi 
                    in cui le monarchie assolute sono state più forti, hanno ostacolato 
                    la libertà del mercato e l'innovazione tecnologica, preoccupate 
                    com'erano unicamente di effettuare un'efficace pressione per 
                    il drenaggio di entrate utilizzando come strumento il descritto 
                    sistema di alleanze che a sua volta l'assecondava in modi 
                    disastrosi per l'economia. Ad esempio, in Spagna la Corona 
                    aveva la sua entrata principale nella tassazione della lana 
                    e per questo finì col favorire il devastante diritto dei pastori 
                    a condurre le pecore a pascolare, a discapito dello sviluppo 
                    agricolo, pur di aumentare la base imponibile a più immediata 
                    disposizione dello Stato.  
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